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pubblica in libro la tesi di laurea PENSIERO
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IVALDO FRANCESCHINI

 

Corposa produzione letteraria di un autore abruzzese,

che, contrapponendosi all’umanità fredda che non nota e sorvola,

sente la natura non come altro da sé, bensì come compagna.

Le liriche d’amore si alternano a versi

ricchi del senso politico più nobile di lotta contro le brutture;

con diffusi aneliti per la salvaguardia di un mondo

dove dilagano orrori, violenze e malcostume, malignità.

 

 

 

 

La natura colorata e sorridente

maltrattata dall’uomo,

i sogni, le disillusioni

e l’anelito verso cieli inesplorati

nella sesta raccolta

di un poeta irrequieto:

una metafora dell’amore e della vita.

 

Incalzano le parole a volte come raffiche contro il malvagio, aprendo tuttavia varchi verso una redenzione possibile, anzi necessaria, prima della perdizione definitiva. C’è in questo pessimismo pure dell’elegiaco, un senso religioso puroche vibra. (Salvo Bella)

Ivaldo Franceschini "Guardare oltre"

   Ivaldo Franceschini "Guardare oltre"
 
Ivaldo Franceschini "Solo amore", Gruppo Edicom

La quinta silloge di un poeta inquieto

che ripropone profonde riflessioni

su donna, natura, destino e tempo inesorabile.

 

Ivaldo Franceschini "Solo amore", poesie

 

Ivaldo Franceschini, simbiosi fra il concetto e la mano

Il poeta Ivaldo Franceschini

Franceschini esprime la sua arte poliedrica attraverso i dipinti e la lavorazione al cesello con il quale dà foggia ai metalli, cosiccome col lavoro di architetto crea l’armonia di oggetti nello spazio. Sono attitudini e competenze che implicano simbiosi fra il concetto e la mano, questa a estrapolare dalla materia e il primo a sostenere il conflitto fra ciò che è e ciò che non è, fra l’essere e il voler essere. Questa potenza di ricerca e di espressione multiforme trova una sintesi nella parola e nel verso, per i quali il poeta attinge ora alla natura e al suo dolore, ora allo smarrimento dell’uomo alla ricerca di una luce, di un indirizzo, passato o presente, che possa fargli conquistare la quiete se non l’improbabile felicità.


L’espressione del dolore per le tragedie che ci hanno sconvolto

Ivaldo Franceschini e le sue poesie hanno attratto già nel 2013 la mia attenzione, essendo il singolare caso di un architetto di professione che s’è riscoperto votato alla bella scrittura. C’era in me della curiosità, che divenne poi piacere nel cogliere le metafore profonde di questo autore elevate partendo dai più semplici elementi della natura e del paesaggio, nei quali l’uomo vive immerso come essere errante che cerca una via.
Non era facile, per un critico onesto, capire e spiegare il senso di una ricerca esistenziale che può persino sbigottire, confluendovi percezioni del bello commiste con le brutture che a volte persino ci sovrastano.
L’amore, nel senso più vasto, è il sottofondo che ho continuato poi a
cogliere anche nelle due raccolte di poesie seguite a quella dell’esordio
e che qui ancora si coglie in questa quarta silloge.
Alle rimeditazioni sulla propria vita, adesso, Ivaldo Franceschini aggiunge ancor meglio l’espressione del dolore per le tragedie che ci hanno sconvolto con fenomeni naturali disastrosi che sembrano pure una rivolta della natura contro le nostre diffuse nefandezze.
La ribellione del poeta, anima sofferente, è contro le brutture dell’animo e contro le vigliaccherie, contro la solitudine agghiacciante e l’indifferenza. Il canto di dolore sfocia tuttavia in un anelito mai tradito verso l’alto, con lo sguardo dell’uomo volto al cielo e a un domani
ridente, di cui Dio non ci priverà.
Salvo Bella

   

Ivaldo Franceschini "Melodramma del mio tempo"

MELODRAMMA

DEL MIO TEMPO

L'amore, i ricordi e il presente, l'acqua e il sole come elementi struggenti di dialogo di un poeta ribelle alla ricerca di un equilibrio esistenziale contro le oppressioni subite dall'uomo e dalla natura.

Incontro al Lido Mila di Pescara

Daniela De Michele e Ivaldo Franceschini

Ivaldo Franceschini e le sue poesie sono stati protagonisti dell'incontro culturale "Mare e poesia - Il sentimento e la penna", il 22 giugno 2013 al Lido Mila di Pescara, insieme con la scrittrice Daniela De Michele, della quale continua a riscuotere successo il romanzo "Il labirinto della fantasia".

Entrambi architetti, l'uno di Pescara e l'altra di Bari, i due autori si sono confrontati sul tema e sulle loro opere con l'intervento di un pubblico attento, dopo che il giornalista Salvo Bella, in funzione di provocatore, ha parlato dei contenuti e dei pregi dei libri al centro della conversazione, evidenziandone le affinità, pur fra generi letterari diversi.

Ivaldo Franceschini "Il nuovo volo", poesie

IL NUOVO VOLO

Attraverso il dualismo tra vero e immaginario alla ricerca di ciò che c'è dentro di noi, passaggi obbligati da scandagliare sull'uomo, sulla donna, sull'amore.

Ivaldo Franceschini "Musica dentro", poesie

MUSICA DENTRO

Metafore forti e vibranti che attingono anche alla mitologia traendone immagini e allegorie ben calzanti, con figure che prendono materia come sculture, colonne elaborate, architravi, elementi duri che si compongono e scompongono al mutar della luce con la fragilità dei sentimenti. 

 

 

 

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