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Mazzata del Governo contro l'editoria

10067 AMANTI DEL LIBRO HANNO INOLTRATO L'APPELLO PER DIFENDERCI

21/10/2010

TORNANO LE TARIFFE RIDOTTE, MA SOLO PER I GIORNALI

 

I ministri per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, e quello del Tesoro, Giulio Tremonti, hanno firmato oggi il decreto che reintroduce con effetto retroattivo, dal 1 settembre, le tariffe agevolate per l'editoria, ma limitandole a giornali e periodici.

 

22/10/2010
AIE (ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITOLRI)

Decreto tariffe postali agevolate per l’editoria

“Continua a rimanere fortemente critica la nostra posizione rispetto a questo decreto: la spedizione di libri attraverso pacchi postali ha costituito da sempre una fondamentale opportunità per diffondere i prodotti editoriali nel nostro Paese, ma il decreto del Ministero dello sviluppo esclude inspiegabilmente forme di agevolazione per tali prodotti”. E’ ancora una volta forte la reazione del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo dopo la firma del decreto che istituisce le tariffe agevolate postali per l’editoria. Al centro dello scontro il fatto che nel provvedimento si dimentichi la parte dei pacchi contenenti libri, fondamentali per gli editori di libri e per i quali l’abolizione delle tariffe agevolate ha comportato rincari del 600%.
“Continuiamo ad essere allibiti del fatto che non si voglia risolvere in toto il problema - ha proseguito Polillo – Dallo scorso aprile l’invio di ogni pacco contenente libri è passato da 1 a 7 euro. E’ inevitabile che le ricadute siano pesanti, non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche sul piano culturale per tutto il Paese, visto che a seguito dello sproporzionato aumento l’invio di libri in Italia è drasticamente crollato”.
“Qui è in gioco non sono l’economia del mondo del libro, ma anche la diffusione della lettura e della cultura del nostro Paese – ha affermato Polillo –: assistiamo esterrefatti alla firma di questo testo che risolve solo parte del problema malgrado esplicite rassicurazioni da parte del Governo (Ministro dello Sviluppo e Presidenza del Consiglio) che l’accordo avrebbe riguardato tutti i settori coinvolti”.
“L’aspetto paradossale dell’intera vicenda – ha concluso - è che nel corso delle riunioni con Poste Italiane avevamo trovato una intesa anche per i pacchi: evidentemente poi qualcuno ha cambiato idea unilateralmente. Ci auguriamo ora che con la mediazione del Governo si risolva davvero la parte per noi principale del problema. Come categoria non ci possiamo più permettere ritardi”.

IL PRESIDENTE DELLA CAMERA RISPONDE ALL'APPELLO DI GRUPPO EDICOM

 

Il Presidente della Camera dei deputati, on. Gianfranco Fini, ha disposto la trasmissione dell'appello di Gruppo Edicom alla Commissione parlamentare competente, affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed assumere le iniziative che ritengano opportune.

L'appello è stato inoltrato da migliaia di persone (moltissime del popolo di Facebook), che non si sono fermate nemmeno nel giorno di Pasqua e continuano con ritmo crescente. Il messaggio è indirizzato, oltre che a Silvio Berlusconi, al Capo dello Stato e ai presidenti di Senato e Camera.

ADERISCI ALL'APPELLO

Il decreto ministeriale del 30 marzo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo 2010 ha inferto una dura mazzata all'editoria abolendo le agevolazioni per la spedizione di libri col sistema postale: non è una burla del 1° aprile, ma una bruttissima sorpresa pasquale del Governo, a pochi giorni dal successo elettorale che ha ottenuto alle regionali.

"Siamo profondamente indignati per un provvedimento improvviso, non annunciato e che per la sua applicazione immediata sconvolge tutte le pianificazioni commerciali del mondo dell'editoria libraria" ha dichiarato il presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo. "Al di la' del merito e delle ragioni dell'iniziativa - ha proseguito Polillo - siamo allibiti del fatto che in nessuna occasione ne' Poste, ne' gli organi istituzionali competenti ci abbiano dato la minima indicazione di una decisione imminente e sconvolgente per il nostro settore. Le ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche per la cultura e l'informazione del Paese: il canale postale e' infatti uno strumento fondamentale di diffusione dei libri, soprattutto in quelle zone d'Italia non servite da librerie. Risulta quindi indispensabile un ripristino immediato delle tariffe agevolate e un'apertura del dialogo per l'individuazione di soluzioni sostenibili per tutti i settori interessati".

Auspichiamo che il Presidente del Consiglio intervenga per evitare un disastro del settore, che si tradurrebbe in un colpo mortale per la cultura italiana, e ci scusiamo con i nostri lettori per gli eventuali disagi. 


BABILONIA POSTALE: COSA CAMBIA

 

Esempio per pacco postale (con ricevuta di spedizione)

 

Fino al 31 marzo 2010

Tre scaglioni di peso (0-3.000 gr., 3.001-5.000 gr., 5.001-10.000 gr., 10.001-15.000 gr., 15.001-20.000 gr.).

Costo in contrassegno oltre le spese di incasso ed eventuale assicurazione: da euro 2,84 a euro 5,45.

 

Il regime tariffario obbligava gli editori a predisporre autonomamente la lettera di vettura completa di codifica a barre per lo smistamento automatico (instradamento) da parte di Poste. Effetti: lavorazione più accurata e semplice per l'editore; semplificazione per l'accettazione agli sportelli di Poste; semplificazione dello smistamento per Poste; consegna potenzialmente meno lenta.

 

Dal 1 aprile 2010

Un solo scaglione di peso (0-20.000 gr.).

Costo in contrassegno oltre le spese di incasso ed eventuale assicurazione: euro 8,87.

 

Il regime tariffario è quello utilizzabile da chiunque per i pacchi, attraverso la compilazione di un bollettino privo di codifica a barre per lo smistamento automatico (instradamento) da parte di Poste. Effetti: lavorazione farraginosa per l'editore, con l'impiego di modulistica da trarre in sei copie a ricalco con stampante ad aghi; difficoltà di reperimento della modulistica in forma di modulo continuo; tempi più lunghi per l'accettazione agli sportelli di Poste; maggior lavoro per lo smistamento da parte di Poste; consegna più lenta.

 

 

Esempio per lettera raccomandata (con ricevuta di spedizione)

Da 350 a 1000 gr.: euro 9,22, oltre spese di incasso ed eventuale assicurazione.

 

 

 

Esempio per piego di libri raccomandato (con ricevuta di spedizione)

Fino a 2 kg.: 5,50, oltre spese di incasso ed eventuale assicurazione.

 

Grande delusione

Siamo al bavaglio per giornalisti, scrittori, piccoli editori; alla botta finale contro chi ancora vorrebbe poter leggere e informarsi non solo attraverso ciò che comunicano i potenti. A deciderlo non è stato, si badi bene, Silvio Berlusconi e tantomeno Umberto Bossi, bensì il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, un uomo politico che alla libertà di espressione ci tiene e come: nell'estate del 2002, quand'era agli Interni, dovette dimettersi infatti per aver definito l'economista Marco Biagi appena assassinato dalle Brigate rosse "un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza".

Bel modo, adesso, di sviluppare l'economia limitando la divulgazione dei libri invece di evitare sprechi (vedi i soldi sborsati per l'aeroporto di Villanova d'Albenga, dove non partono né arrivano aerei) e sussidi parassitari come quelli che vanno a chi pianta ulivi per poi estirparli prima che fruttino!

Chi vuole comunicare, attraverso giornali o libri, lo fa  prevalentemente per passione senza immischiarsi nella politica e senza chiedere denaro pubblico, ben sapendo di muoversi su strade in salita; ma alla politica domanda di non sbarrargli il passo, di avere attenzione per la cultura e per le piccole imprese.

Il libro è un prodotto penalizzato da norme farraginose e vessatorie, più dure di quelle che si applicano a chi vuole portare un'arma fuori dall'abitazione; e la politica non solo non lo sostiene, ma persino obbliga a fornirne copie gratis, da spedire a proprie spese, per depositi di legge.

Che delusione! Così accade che un editore, che per oltre quindici anni ha continuato a seguire onoratamente la sua linea indipendente, si trova a dover reagire, a intraprendere iniziative a difesa della libertà, a strillare fin quando sarà possibile contro i bavagli, a schierarsi contro: è ciò che faremo, invitandoVi a seguirci e sostenerci in questa battaglia.

 

COMMENTI E REAZIONI CONTRO IL BAVAGLIO

 

Ddl intercettazioni: giornalisti e opinione pubblica il 28 aprile a Piazza Navona davanti al Senato contro le nuove norme bavaglio.

http://www.fnsi.it/Esterne/Pag_vedinews.asp?AKey=11358

 

Interpellanza urgente di 50 senatori Pdl

Con una interpellanza urgente rivolta ai ministri delle finanze e dello sviluppo economico cinquanta senatori del PdL, primo firmatario la senatrice Ada Spadoni Urbani, hanno chiesto di valutare la possibilità di ripristinare le tariffe agevolate utilizzate per le spedizioni postali da numerose associazioni no profit e da centinaia di testate diocesane e locali, cancellate con un decreto ministeriale il 31 marzo scorso. (Da FNSI)

 

Federazione Nazionale della Stampa Italiana, 9 aprile 2010

"L’estrema preoccupazione che vivono tutte le realtà del giornalismo italiano - grandi e piccole, nazionali e locali, quotidiane e periodiche, profit e no profit - è stata rappresentata a Palazzo Chigi dalla Fnsi nel corso dell’incontro convocato dal sottosegretario on. Gianni Letta sulla questione delle tariffe postali. Il sindacato ha rimarcato come, per la terza volta in pochissimi mesi, arrivi dal governo un colpo duro a danno di un settore già alle prese con una profonda crisi: prima l’attacco al diritto soggettivo, poi i tagli all’emittenza, ai giornali degli italiani all’estero e ai fogli dei consumatori, ora la cancellazione delle agevolazioni nelle spedizioni. Anche questa volta si mette il settore di fronte al fatto compiuto, introducendo novità improvvise e non concordate. Anche questa volta si colpisce in modo indiscriminato chi ha diritto e chi non lo ha, i soggetti editoriali veri e i furbi che sanno approfittare delle norme. La Fnsi riafferma l’esigenza del rigore e della pulizia, ma non è rigore quello che penalizza anche chi non ha colpe. Questo metodo, a giudizio del sindacato, non pone le premesse idonee agli Stati generali dell’editoria, appuntamento che pure continuiamo a ritenere di grande importanza. Ma non potremo accettare di partecipare se nel frattempo le mosse del ministro Tremonti avranno spento alcune voci, come purtroppo rischia drammaticamente di avvenire a causa del provvedimento sulle tariffe postali. Per questo il sindacato dei giornalisti chiede al governo che ogni sforzo sia fatto per evitare che sulle aziende editoriali si scarichino costi aggiuntivi fino al momento in cui sarà stato raggiunto tra le parti un accordo sulle nuove tariffe”.


On. Pino Pisicchio (API): prima interrogazione parlamentare

"L'on. Pino Pisicchio di Alleanza per l'Italia ha rivolto una interrogazione ai ministri per l'Economia e per lo Sviluppo Economico.
''Tremonti e Scajola hanno abolito con il recente decreto 30 marzo 2010 la tariffa editoriale ridotta, creando di fatto un aumento imponente dei costi di spedizione dei libri; tale tariffa ha rappresentato per le imprese di cultura, specie le piccole e medie, un importante veicolo per la diffusione delle opere editoriali, peraltro pochissimo incidenti nel bilancio complessivo dello Stato.
''Occorre peraltro considerare che Poste Italiane Spa opera in regime di monopolio virtuale che ha potuto consentire la lievitazione del 300% dei costi di spedizione dei pacchi ordinari'.
''Il decreto di sospensione della tariffa ridotta per gli editori interviene paradossalmente in un contesto di attività governative volte ad incentivare alcuni importanti comparti industriali. Per questo si chiede di sapere quali urgenti interventi i ministri interrogati intendano assumere per impedire che il decreto citato determini il gravissimo pregiudizio per le imprese editoriali italiane, specie le piccole e medie''.

 

Marco Polillo, presidente AIE (Associazione Italiana Editori)

"Siamo profondamente indignati per un provvedimento improvviso, non annunciato e che per la sua applicazione immediata sconvolge tutte le pianificazioni commerciali del mondo dell'editoria libraria. Al di là del merito e delle ragioni dell'iniziativa, siamo allibiti del fatto che in nessuna occasione nè Poste, nè gli organi istituzionali competenti ci abbiano dato la minima indicazione di una decisione imminente e sconvolgente per il nostro settore. Le ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche per la cultura e l'informazione del Paese: il canale postale è infatti uno strumento fondamentale di diffusione dei libri, soprattutto in quelle zone d'Italia non servite da librerie".

 

Paolo Pisanti, presidente ALI (Associazione Librai Italiani)

"Le conseguenze di questa decisione, se il decreto non verrà ritirato, saranno disastrose per la vita delle librerie, ma anche per la cultura e l’informazione del Paese, visto che attraverso lo strumento postale si riescono a raggiungere zone che registrano carenze distributive. E' indispensabile un ripristino immediato delle tariffe agevolate e la ricerca di soluzioni adeguate insieme alle istituzioni e a tutti gli altri attori della filiera. Con Confcommercio – Imprese per l'Italia e Aie Associazione italiana editori intraprenderemo le azioni necessarie per evitare che un settore già in forte crisi possa risentire di un provvedimento così penalizzante".

 

Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni

"Il decreto che sopprime le tariffe agevolate postali per tutta l'editoria rischia di provocare la chiusura di tante testate importanti con gravi ripercussioni sull'occupazione. Il ministro Tremonti, che e' persona saggia e responsabile, deve ripensarci''.

 

FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana)

"Lo Stato strangolatore - scrive in una nota il segretario Franco Siddi - è proprio troppo! La decisione del Governo di cancellare con un decreto le tariffe agevolate per la spedizione di giornali in abbonamento postale apre una spaventosa voragine nel settore dell'editoria, dove ora rischiano la cancellazione centinaia di testate e alcuni migliaia posti di lavoro tra giornalisti, amministrativi e tecnici. Anziché trovare la giusta strada dell'apertura della concorrenza del mercato postale, dell'abbattimento ordinario delle tariffe, il Governo ha deciso, di punto in bianco, di cancellare le agevolazioni che - va detto con chiarezza - andavano direttamente alle Poste italiane, incapaci di proporre tariffe a prezzi equi o organizzate per applicarle con una base alta alla stampa, perché tanto la differenza l'avrebbe sempre pagata lo Stato".

 

Mediacoop, Associazione delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione

"Un altro duro colpo all'editoria, che sta attraversando una difficile congiuntura a tutti ben nota, Governo compreso. Gli aggravi economici che produce ricadono immediatamente sugli editori, gran parte dei quali, piccoli e medi, non sono in grado di sostenerli".

Gisella Bertini Malgarini, presidente dell'Anes (Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata, aderente a Confindustria)

"È una decisione gravissima che colpisce duramente, in un momento già estremamente difficile, il comparto dei periodici tecnici e specializzati. Le agevolazioni postali sono l'unica concreta forma di contributo dello Stato usufruibile dalle riviste tecniche e specializzate, ossia del principale strumento di informazione e aggiornamento per intere categorie professionali e fondamentale mezzo di comunicazione delle Piccole e medie imprese. Questo provvedimento, nei confronti del quale esprimiamo una ferma opposizione, penalizza l'intero mondo dell'editoria e la sua filiera".
 

Francesco Saverio Vetere, segretario generale dell’Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana)

"Un fatto di inaudita gravità e potenzialmente idoneo a decimare concretamente un settore già in grave crisi come quello dell’editoria medio–piccola. Le agevolazioni postali sono previste da decenni da leggi che ne fissano i criteri di applicazione e demandano ai decreti ministeriali esclusivamente la misura delle tariffe e delle conseguenti agevolazioni. I decreti, quindi, non hanno altra funzione che quella di eseguire concretamente la volontà del Parlamento".

 

Telefono Azzurro

"Un duro colpo per il mondo del no profit in generale e per l’Associazione stessa, che vede nella diffusione di materiali informativi uno strumento utile e fondamentale sia per la sensibilizzazione e la formazione dell’opinione pubblica e dei propri sostenitori su temi fondamentali per una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che per le attività di raccolta fondi, senza le quali diventa impossibile per la maggior parte delle organizzazioni avviare, mantenere e sviluppare progetti importanti e utili alla società civile. Esso nega alle Associazioni la possibilità di qualsiasi tipo di spedizione e contestualmente danneggia le attività già previste in un momento dell’anno in cui è fondamentale e irrinunciabile attivare leve di comunicazione specifiche per la raccolta fondi e la promozione dei singoli progetti".
 

Francesco Verducci, vice responsabile vicario Informazione e cultura del Pd

“Dopo la censura dei talk d`informazione politica che ha caratterizzato la campagna elettorale, il dannoso decreto Romani su internet e tv, i tagli alle radio-televisioni locali e ai giornali italiani all`estero, oggi la libera informazione in Italia subisce un ulteriore duro colpo dal governo. Il decreto del ministero dello Sviluppo Economico che cancella con effetto immediato le tariffe agevolate postali per tutta l`editoria quotidiana, periodica e libraria - con particolare riferimento alla spedizione degli abbonamenti - colpisce con durezza e senza alcun preavviso né confronto migliaia di testate, dalle più grandi alle più piccole, tra cui moltissime voci di fondamentale importanza per territori e comunità locali, organizzazioni no-profit, del sociale e del terzo settore.

“Un provvedimento sbagliato e gravissimo che provocherà stravolgimenti e chiusure nel settore, già duramente colpito, della medio-piccola editoria, con pesanti contraccolpi per il pluralismo delle idee e della libera informazione, con la ricaduta di perdita di occupazione e posti di lavoro. Alla luce di questi ulteriori tagli, i tanto annunciati propositi dell`on.
Bonaiuti sulla riforma dell`editoria si rivelano per quel che sono: il tentativo di colpire il pluralismo della carta stampata costringendo alla chiusura decine di testate. Il Pd è impegnato con tutte le sue forze perché ciò non avvenga. Ci batteremo con tutte le associazioni di settore per immediate iniziative che portino alla modifica del provvedimento e per una riforma dell`editoria che punti sulla valorizzazione del pluralismo e non su tagli e bavagli”.

 

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